campo base dell'Annapurna immagine

Il giorno in cui vidi le mie prime vette himalayane dalla città di Pokhara ne rimasi completamente incantata. Dico davvero. Restai ferma ad osservarli per diversi minuti in totale silenzio e ammirazione. In quel momento promisi a me stessa che dopo il tour a Chitwan con il mio ragazzo sarei tornata a nord per avventurarmi in una spedizione solitaria verso uno dei trekking più belli della regione dell’Annapurna, il famoso “Sanctuary trek”. 

Non potevo permettermi una guida ma questo non avrebbe certo rappresentato un ostacolo al raggiungimento del mio obiettivo. Dopo la mia esperienza personale posso assicurarvi che questo trekking si può fare autonomamente e pure senza essere un’alpinista esperta.

Amo la montagna da sempre ma nella mia vita, prima da allora, non avevo mai raggiunto vette più alte di 3000 m. Scalare l’imponente vetta di 4237 m dell’ABC rappresentava una sfida contro me stessa. Se anche voi sognate di compiere la mia stessa “impresa” (un pochino lo è stata) e vi state chiedendo se è fattibile, ascoltate la mia storia. In questa guida vi racconterò la mia esperienza, spiegandovi l’itinerario che ho seguito tappa per tappa. Aggiungerò anche utili informazioni sui prezzi nelle logge per darvi un’idea del budget necessario e qualche consiglio per ridurre le spese giornaliere al minimo.

Il trekking è accessibile durante tutti i mesi dell’anno ma, come probabilmente già saprete, la stagione invernale, ossia quella che va da ottobre a febbraio è sicuramente la più raccomandata. In questo periodo l’affluenza è molto elevata quindi se la vostra paura è di camminare ore nel bosco senza anima viva attorno, rasserenatevi perchè avrete sicuramente modo di incontrare centinaia di escursionisti lungo il tragitto. Ciò invece non vale per la bassa stagione, durante la quale vi potrebbe anche capitare di essere gli unici clienti nella loggia in tutto il villaggio. A me è capitato una sola volta a Deurali. Non è poi così male. Avrete la vostra stanza per rilassarvi e potrete comunque fare amicizia con i proprietari della tea house che vi ospita. Non ho ancora detto nulla riguardo al tempo nella stagione monsonica, ma immagino già sappiate che purtroppo nuvoloni e piogge saranno all’ordine del giorno. Non disperate però. Abbiate speranza nella mattina presto, e quando meno ve lo aspettate il cielo vi regalerà viste panoramiche spettacolari.

Nota: la bassa stagione presenta un piccolo vantaggio: gli escursionisti che viaggiano da soli hanno diritto ad un posto letto gratis. Avrete pertanto da sostenere solo ciò che consumate durante i pasti. Mettetelo subito in chiaro al vostro arrivo (io l’ho scoperto dopo quindi per i primi pernottamenti pagai). Per maggiori approfondimenti su Prezzi e tariffe vedi sotto. 

PREPARATIVI PRE-PARTENZA​

CHE PERMESSO DEVO FARE E COME TROVARLO?

Agli stranieri è richiesto il permesso ACAP (Annapurna Conservation Area Project) per poter accedere dentro l’ area dell’Annapurna e una TIM card per praticare attività di trekking nella regione. Per quanto riguarda i costi dei permessi, setacciando su Internet vedrete che tutti scrivono prezzi diversi. Io vi riporto la mia esperienza. Pagai per entrambi i permessi 4800 rupie ossia 48 USD tramite agenzia. Scelsi questa via per comodità. Quando ne avevo bisogno non mi trovavo in città e a quel prezzo mi venne fatta la pratica a distanza inviando la documentazione necessaria al proprietario dell’agenzia.Una volta che arrivai a Pokhara avevo tutto pronto, dovevo solo pagare. Esiste tuttavia anche un ufficio, il Nepal Tourism Board sia a Pokhara che a Kathmandu aperto dalle 10 fino alle 17 in cui potete recarvi e fare la pratica autonomamente. In questo modo il costo sarà di 4000 rupie. Ricordate di portare un documento e due fototessere.

COSA PORTARE? 

La salita è tosta sopratutto in alcuni tratti quindi inutile dire che meno peso avete da sostenere sulle spalle e più agili sarete nella camminata. Non essendo un’ escursionista esperta io feci l’errore di portarmi troppe robe ma arrivata a Jhinu danda chiesi ad una loggia di tenermi parte del mio bagaglio in modo da alleggerirmi per il resto del tragitto. Chiaramente feci ai proprietari la promessa di tornare al ritorno e pernottare presso il loro rifugio. Ritrovai tutto. Potete fidarvi.

 Per un trekking nel periodo estivo consiglio di portare: 

  • un asciugamano leggero 
  • tre magliette a maniche corte da lavare ogni sera (due son poche dato che spesso con l’umidità avrete bisogno di più di un giorno per far asciugare gli indumenti bagnati)
  • una felpa (per la notte) 
  • un pantalone con la zip che diventa corto (per camminare consiglio sempre quello corto per via delle sanguisughe più visibili sulla pelle nuda)
  • tre paia di calze 
  • ombrello o poncio (personalmente trovo l’ ombrello molto più comodo e vedevo che anche la maggior parte delle guide lo preferiva rispetto al secondo) 
  • piumino leggero e poco ingombrante 
  • borraccia (in alcune logge non viene più venduta l’acqua in bottiglia ma offrono solo di riempire la borraccia a 100 rupie)  
  • sacco lenzuolo (io non mi ero portata il sacco a pelo, in estate bastavano le coperte messe a disposizione dalla loggia)
  • infradito
  • accessori per il bagno (da includere anche le salviette umide)
  • mini kit pronto soccorso (cerotti, disinfettante e diamox fondamentali) 
  • cash (ovviamente non troverete ATM nei vari villaggi e nemmeno il POS per pagare con la carta)
  • cellulare per immortalare i momenti e i panorami più belli 

APP UTILE

Il ragazzo dell’ agenzia a cui mi affidai per il permesso mi consigliò MAPS.ME come app per mappe offline. Non la usai moltissmo dato che il percorso era sempre ben segnalato ma può tornare utile quando si ha qualche dubbio o anche solo per controllare quanto dista il prossimo villaggio.  

DURATA E ITINERARIO

L’ itinerario che vi illustrerò è basato su 6 giornate con cinque pernottamenti in tutto. Generalmente il trekking del campo base dell’Annapurna richiede almeno una settimana camminando in media quattro ore al giorno. Io ho ridotto la durata totale ma ho avuto giornate abbastanza faticose di otto ore di cammino. La verità è che il mio itinerario ha preso forma durante il corso del trekking, decidevo man mano che salivo e in base alla mia volontà o meno di aggregarmi ad altre persone. Perchè fondamentalmente è questo il bello dell’essere da soli, sei l’unico ad avere il pieno controllo della situazione, ti crei la tua tabella di marcia e le tappe in cui fermarti. A quasi ogni mezz’ora lungo il percorso c’è un villaggio quindi questo rende veramente facile affrontare imprevisti legati al maltempo o alla stanchezza. Io vi mostro il mio itinerario che mi permise sia di risparmiare su una/due notti sia di godere a pieno dei paesaggi lungo il sentiero. 

DA DOVE PARTIRE?

Ci sono più vie percorribili per giungere la meta, io personalmente sono partita da Kande (1770 metri) dove vi arrivai con un autobus locale che pagai molto poco circa 200 rupie contro le 2000 che si spenderebbero per un taxi. Gli autobus partono tutti da Pokhara e dato l’elevato numero di trekkers, sia locali che stranieri che fanno regolarmente quella tratta, ne troverete facilmente uno ogni mezz’ora nell’arco dell’intera mattinata. La stazione degli autobus si trova a 10 minuti dal centro di Pokhara, comodamente raggiungibile col taxi (100 rupie). Indico già il prezzo perchè dovunque sia il vostro hotel la tariffa per turisti è generalmente fissa.

Nota: la fermata di Kande non è molto rinomata (la maggior parte dei trekking iniziano infatti da Naya Pul), io per esempio quella volta fui l’unica a scendere. Da lì comunque troverete i segnali per il prossimo villaggio: l’Australian Base Camp. Per sentirvi più sicuri potete sempre chiedere agli abitanti locali la strada da prendere. Che siano donne, uomini, vecchi o bambini ognuno di loro conosce quei percorsi come le sue tasche quindi potete stare certi che vi sapranno indicare la retta via e magari anche dare preziosi consigli da tenere a mente lungo il cammino. 

PRIMA TAPPA: LANDRUK (1565 m)

Da Kande a Landruk i paesaggi variano molto. Vi troverete nel mezzo di qualche boscaglia per poi finire su qualche sentiero a cielo aperto da dove potrete avere un primo assaggio della bellezza paesaggistica e naturalistica del territorio. Il tracciato è sempre ben segnalato, ricordo di essermi trovata ad un bivio solo una volta tra Pothana e Pitan Deurali. Presi la via a sinistra iniziando una salita su una strada sterrata percorribile anche dalle jeep. Più tardi scopri che andando a destra addentrandomi un po’ più nel bosco sarei comunque arrivata allo stesso punto del sentiero. Si trattava solo di una scorciatoia. Camminai in tutto circa 5 ore più una breve pausa pranzo a Tolka gustandomi un ricco piatto di noodles con le verdure. Durante la prima giornata non avevo incontrato praticamente nessuno lungo il tragitto ma sinceramente la cosa non mi disturbava minimamente. Andavo al mio ritmo, mi fermavo quando lo desideravo e fantasticavo tra me e me. Anche se all’inizio l’idea di restare a lungo in solitaria un pochino mi spaventava, devo dire che fu qualcosa che iniziai presto ad apprezzare. Arrivai a Landruk verso le 16 del pomeriggio. Approfittate del sole quando arrivate, lavatevi subito i vestiti sudati e poneteli ad asciugare. Poi avrete tutto il tempo per godervi una bella doccia calda, per fare una passeggiata tra le casette del villaggio ed immergervi nella cultura locale. 

Dove pernottare a Landruck: ci sono almeno una decina di Lodge e tutte sullo stesso range di prezzo, io mi sono trovata molto bene al Ex Captain Laligurans dove ho trovato oltre la goccia calda, anche wifi e prese per caricarmi il cellulare in camera. 

SECONDA TAPPA: SINUWA (2340m)

Da Landruk si snodano due sentieri, quello che dovrete prendere voi è quello diretto a Chomrong passando prima da New Bridge e Jhinu Danda. Mentre la prima parte del percorso non è assolutamente faticosa, nella seconda che va da Jhinu Danda a Chomrong vi aspetterà una salita bella tosta. Quei gradini vi sembreranno veramente non finire mai. Io qui incontrai quelli che diventarono i miei primi compagni di trekking per il resto della giornata. Era un gruppo di malaysiani accompagnati con una guida nepalese e con i quali proseguì fino a Sinuwa, sebbene la mia idea iniziale era di fermarmi al villaggio di Chomrong per la notte. Fu una giornata inaspettatamente molto faticosa, camminai tra le 7/8 ore e per diversi tratti in ascesa. Dopo Chomrong infatti il sentiero riparte con una scalinata in discesa per circa un’oretta attraversando campi coltivati fino giù al corso del fiume, seguita ovviamente da un’altra killing-up su fino all’agglomerato di lodge a Sinuwa. Questo è un esempio del tipico andamento dei percorsi di trekking in Nepal: a little bit up, a little bit down! 

 

trekkers annapurna base camp

Dove pernottare: Noi ci fermammo al Sinuwa Guest house. Da qui la doccia e il carica erano a pagamento (100 rupie per servizio). Vi consiglio anche di assaporarvi l’ultima cioccolata calda fatta con latte, perchè per il resto del percorso verrà fatta con cacao e acqua. Più avanti meglio optare per il tè allo zenzero,  limone e miele. Davvero ottimo. 

TERZA TAPPA: DEURALI (3200 m)

Dopo una bella tazza calda di caffè malaysiano e una ricca colazione a base di uova strappazzate ci rimettemmo in cammino tutti insieme. Da Sinuwa a Deurali troverete altri due villaggi intermedi, Dovan e Himalaya. Qui fu dove i miei compagni si fermarono per la notte, io invece decisi di proseguire fino a Deurali per un’altra ora di cammino. Tra Himalaya e Deurali dovrete passare un ponticello molto stretto in legno sospeso sopra un torrente che quando andai io, essendo stagione di monsoni, era piuttosto in piena. Questo fu forse il passaggio del trekking che mi spaventò maggiormente.

Arrivai a Deurali verso le sei di sera e li non ebbi molta scelta per via di guest house, l’unica aperta era la Dream Lodge. Ne stavano ristrutturando un’altra ma sarebbe stata inaugurata solo con l’arrivo della stagione invernale. Quella sera ero l’unica ospite della lodgia. Niente di grave pensai. Sarà la giusta occasione per fare amicizia con qualche ragazzo della casa. E così fu. Se vi capiterà anche a voi di trovarvi nella stessa circostanza, approfittatene perchè a parlare con i locali finirete sempre per imparare qualcosa di nuovo e interessante. Per esempio questo ragazzo mi raccontò molte cose sulla vita da portatore che lui stesso faceva di tanto in tanto quando c’era bisogno di portare qualcosa su alla tea house. Portatori si diventa quando sei figlio di povera famiglia e quando, per poter portare qualche soldo a casa, inizi uno dei lavori più faticosi ma più fondamentali per l’economia del Nepal. Sono i portatori infatti che rendono possibili tutte le spedizioni turistiche, fonte di grande guadagno per il paese. Trasportano fino a 70 kili di peso sulle spalle camminando in silenzio senza mai lamentarsi e senza mai chiedere la precedenza agli altri trekkers. Questa è una foto di quattro dei portatori che ho incontrato lungo il mio cammino, a loro va tutto il mio rispetto. 

ARRIVO: CAMPO BASE ANNAPURNA (4237 m)

Da Deurali partì la mattina presto verso le 7, volevo raggiungere il campo base il più in fretta possibile sperando di arrivare prima che il cielo venisse completamente coperto dalle nubi. In questa tratta attraverserete una valle spettacolare in cui passa il fiume Mhodi Kola sul cui versante si erigono delle imponenti pareti a picco. Dopo la valle inizia una scalata in ascesa che porta dritto verso il Machhapuchhare Base Camp (3700 ). Purtroppo a quell’ora della mattina il cielo era già diventato troppo nuvoloso, di conseguenza non riuscì ad ammirare la vetta del cosiddetto Fishtail Mountain, il cui nome nasce proprio per la doppia vetta a forma di coda di pesce. La stagione dei monsoni, se pur apprezzabile per i prezzi più convenienti e il poco affollamento nelle lodge ti lascerà spesso l’amaro in bocca negandoti alcune tra le più meravigliose viste panoramiche. 

Mi fermai all’MBC per una cioccolata calda (qui fu dove scoprì essere fatta d’acqua) e mi rimisi in cammino impaziente di arrivare alla meta. Dall’MBC in poi iniziai a sentire maggiore fatica nella camminata, l’aria era più rarefatta e il respiro più affannato. La sensazione generale era quella di avere il corpo più pesante e ricordo infatti che feci diverse pause, molte più di quelle che generalmente necessitavo. A parte questa sensazione di maggiore spossatezza non provavo (ancora) altri disturbi a causa dell’alta quota. 

Giunsi al campo base verso mezzogiorno. Il senso di soddisfazione che mi travolse fu grandissimo. Bisogna provarlo veramente. Nonostante la fitta nebbia non mi permetteva ancora di vederlo, sapevo che il massiccio dell’Annapurna era lì dietro a soli pochi passi da me. 

Verso le due del pomeriggio arrivarono anche i miei amici malaysiani che avevo lasciato a Himalaya il giorno precedente e verso sera la lodgia si riempì completamente. C’erano trekkers di diverse nazionalità io feci particolare amicizia con una ragazza russa e un gruppo di colombiane anche loro arrivate senza guida. Si creò una bella atmosfera di festa quella sera nella sala da pranzo della tea house e dopo poco ci ritrovammo tutti a ballare sotto le note caraibiche di Shakira. 

La nottata fu al contrario un totale incubo. Poco prima di mettermi a letto iniziai a provare un forte mal di testa e un terribile senso di nausea che si convertì presto in un spiacevole episodio di vomito sul pavimento della sala da pranzo della tea house). Che vergogna! Quella sera a prendersi cura di me fu Kasheb la guida dei malaysiani, a lui devo un grazie infinito. Mi diede un diamox e uno straccio bagnato da mettere sulla testa, oltre a starmi vicino per tutta la notte in caso avessi avuto bisogno di soccorso. Se vi capita che siete da soli ciò che potete fare è tentare di sbarazzarvi del disturbo bevendo una zuppa di aglio (terribile ma pare sia indicata per il mal di montagna), e se vedete che il dolore persiste prendete immediatamente un diamox.

Generalmente quando si sta male bisognerebbe subito abbassarsi di quota ma io sinceramente dopo quella fatica non volevo certo rischiare di perdermi il panorama all’alba della mattina seguente. E per fortuna che restai! La gioia che provai alla vista di questa meravigliosa morena glaciale fu indescrivibile. Eccola qui, l’Annapurna I che si eleva imponente dietro alle nubi. In una sola parola: sublime. 

Annapurna I image

ABC-JINU DANDA (1710 m)

Purtroppo quelle nubi che stavano sempre lì in agguato pronte ad avanzare, mi nascosero ben presto la mia Annapurna. Fu un momento breve di forse una mezz’ora ma così intenso!

Era tempo di tornare indietro. Scendere dal campo base fino giù a Jinhu Danda è abbastanza anomalo (per non dire da folli), vi spiego i motivi per cui ho voluto farlo. Primo avevo lasciato all’andata parte della mia roba alla Jinhu Guest House dando la mia parola che al ritorno mi sarei fermata a pernottare da loro, secondo volevo provare le hot springs del villaggio la mattina seguente prima di proseguire verso Pokhara. Fu una giornata piuttosto impegnativa ma resa maggiormente piacevole dalla compagnia di Kate, la ragazza russa incontrata all’ABC e Fifì, una cagnolina dolcissima che mi seguì seguì dal campo base fino giù a New Bridge. 

Nota: Alla Jinhu Guest Huse non avevano la doccia calda, nemmeno a pagamento. Fu abbastanza un colpo al cuore dopo tutte quelle ore di cammino estenuanti. Quindi non consigliata sotto questo aspetto ma decisamente sotto quello culinario. La signora della tea house ci preparò una pizza incredibile. E non parliamo di roba surgelata eh, dal terrazzino riuscì proprio a vedere come impastava la pasta e farciva la pizza. Pure la pizza mi sanno fare sti Nepalesi. Spaziali. 

La mattina seguente come era nei programmi andammo giù a valle dove erano nascoste le hot springs. Dovrete scendere di circa mezz’ora fino giù al fiume  per raggiungerle, il che significa altri 50 minuti per risalire più tardi. Poco importa, un  bagno nelle piscine termali per rilassare i muscoli è quello che vi serve dopo sei giorni di trekking intenso. Il costo per ingresso alla piscina è di 100 rupie. La stagione estiva porta con sè un vantaggio in questo caso, ossia non rischierete sicuramente di trovare la piscina affollata e sporca. Io e Kate per esempio eravamo le sole quella mattina e ci siamo veramente potute godere a pieno la bellezza di quel posto nascosto nel bosco i cui unici rumori sono lo scorrere dell’acqua del fiume e talvolta il verso di qualche scimmietta nascosta tra gli alberi. 

 

piscine termali annapurna campo base

JINU DANDA-POKHARA

Partimmo da Jihnu Danda con calma in tarda mattinata, arrivando a a New Bridge dopo circa un paio d’ore. Qui fu dove le strade di me e Kate si divisero. Lei si fermò a pranzare lì in una delle lodge, mentre io proseguì il mio cammino verso valle. Esiste un percorso alternativo al ritorno senza dover passare dall’Australian Camp. Una volta arrivati di nuovo al ponte di New Bridge, anzichè attraversarlo potete proseguire sul sentiero che continua sul quel versante del fiume e che vi porterà al primo villaggio accessibile dagli autobus diretti a Pokhara. Io in questo caso presi una jeep dividendo la spesa con altri tre ragazzi nepalesi che incontrai lungo il sentiero e che riuscirono, a forza di contrattare, ad ottenerla ad un prezzo molto conveniente. Affidarsi ai locali presenta sempre i suoi vantaggi! 

PREZZI E TARIFFE NELLE LOGGE

  • pernottamento per singola: tra le 100 e 500 rupie (in bassa stagione però i solo trekkers possono chiedere per una free room)
  • wifi:  nelle prime lodge potrai godere del wifi gratuitamente, in quelle ad alta quota dovrai iniziare a pagarlo circa 100 rupie. Nel caso del Campo Base dell’Annapurna ricordo che la prima tea house a imporlo come costo extra fu quello ad Himalaya (2820 m)
  • doccia calda e carica per il cellulare: Fino a Landruk ti verranno garantiti, per il resto del percorso, se li vorrai, dovrai iniziarli a pagare 100-200 rupie 
  • acqua: varia dalle 50 alle 200 rupie. In alcuni posti ad alta quota non si vendono più bottiglie di plastica, ti permettono solo di riempire la borraccia a 100 rupie, pertanto è importante averne una sempre con sè!
  • thè e bevande calde: da 50 fino a 200 rupie. 
  • bevande gasate: da 200 a 300 rupie. 
  • cibo (vedi figura):  a
listino cibo annapurna base camp trek

(fonte: https://www.kimkim.com/c/teahouse-trekking-in-nepal) 

Nelle lodge troverete anche altri articoli tipo carta igienica, saponette, assorbenti, sigarette ma ovviamente tutto a prezzi esorbitanti! Ricordatevi di rifornirvi di tutto ciò che avete bisogno nella capitale o a Pokhara dove i prezzi saranno nella media nepalese. 

Budget approssimativo: senza dover pagare il pernottamento in bassa stagione potete tranquillamente rimanere sulle 1500 rupie ossia 15 USD al giorno. Ma come avete visto dai prezzi, sforare di budget è molto semplice. Qui sotto, qualche consiglio per mantenere le spese al minimo. 

CONSIGLI PER MANTENERE UN BUDGET BASSO

  • Compratevi snack e barrette energetiche a Pokhara prima di iniziare il trekking. Giù in città le troverete a 80 rupie mentre nelle lodge possono costare fino a 250 rupie. Spesso per me una barretta rappresentava un pasto, il che andava ad abbassare notevolmente le spese giornaliere. (Portatene anche qualcuna extra da regalare ai portatori o ai bambini del villaggio che incontrerete lungo il cammino). 
  • Un’altra bella idea potrebbe anche essere quella di portarvi via delle buste da thè così che nelle tea houses dovrete domandare solamente per un po’ di acqua calda (circa 30 rupie per una tazza). 
  • Potete risparmiare anche sull’acqua, riempendovi la borraccia nelle lodge e purificandola con le pastiglie. Io personalmente, pur avendole le utilizzai molto poco, l’ odore del cloro mi dava veramente troppo alla nausea. 
  • Se volete essere certi di saziarvi acquistando un solo piatto, ordinate il Dal Bath, il piatto tipico nepalese. Non è certo tra i più economici ma è l’unico per cui potrete chiedere il bis. 
  • Convertitevi ad una dieta vegetariana per la durata del trekking, la carne ha costi altissimi nelle lodge.